Il Trofeo CONI, ovvero le Olimpiadi dei Ragazzi
“Siamo qui per le ragazze e per i ragazzi, i nostri giovani. Siamo qui per voi, rappresentate una parte sanissima della nostra Nazione e dovete essere consapevoli di essere un modello di comportamento. Siete l’ultima barriera per mantenere vivi i nostri valori, per essere un simbolo di protagonismo vincente. Ci vuole impegno, con la gioia di primeggiare rispettando gli altri.”
Questa è la fotografia scattata dal nuovo presidente del CONI, Luciano Buonfiglio; l’immagine che riassume il Trofeo CONI per quello che è: una festa di giochi, spensieratezza, convivialità, sano agonismo.
Potrei dirvi che nell’orienteering trionfa la fortissima compagine Lombardia; che il Veneto arriva secondo per un’incollatura, pur pronto a reagire a un passo falso dei ragazzi lombardi. Questo passo falso non è mai arrivato. Che arrivano terzi i padroni di casa del Friuli Venezia Giulia, anche loro mai rassegnati, anzi consapevoli delle proprie capacità, al grido di “Io sono Friuli Venezia Giulia”. Grido che ci rimarrà impresso nella mente. Ma anche nelle tute e nelle magliette, negli zaini, pure nelle medaglie! Sì, ecco, l’avevamo già capito da mo’… Ma così rischia di diventare un’ossessione!
Dicevamo. Potrei dirvi questo, ma chi sono io per negarvi la soddisfazione di farvi entrare nel villaggio olimpico e provare a vivere qualche pezzettino di questo Trofeo CONI 2025?
La divisa
La manifestazione di quest’anno si celebra a Lignano, location già nota agli orientisti, dato che non più di un mese fa siamo stati nello stesso villaggio per il TdR. Ci sentiamo un po’ a casa, già conosciamo i luoghi, i ritmi, anche i campi gara. Però al TdR eravamo in 200, qui saremo in 4600. Tutti vestiti uguali, con la seguente dotazione di ordinanza:
– t-shirt bianca con il logo CONI, logo Trofeo CONI 2025, regione di appartenenza, scritta “Vivi il tuo sogno”, scritta “Io sono Friuli Venezia Giulia”.
– completo blu navy (80% cotone da coltivazioni ecosostenibili, 20% poliestere riciclato) con le scritte di cui sopra e un extra contenuto in pelucchi di varie dimensioni.
– Zainetto in tinta, con foro per il cavetto degli auricolari (Nota a margine: nel 2025 auricolari e cuffiette con il cavo sono passati dalla categoria “Vulnerabile” a “In pericolo critico” nella classificazione delle specie a rischio; i ragazzi direbbero semplicemente: ok boomer).
– Borraccia termica anch’essa in tinta, con l’esplicito intento di evitare un eccessivo consumo di bottiglie di plastica, per la durata della manifestazione. Per noi orientisti questa non è una novità, fa anzi molto piacere che ci sia sempre più consapevolezza a proposito di queste tematiche.
La cerimonia di apertura
Scusate, mi sto dilungando, e ancora non siamo entrati allo stadio per la cerimonia di apertura.
E questo è stato lo stesso pensiero che hanno fatto i ragazzi di Umbria, Val d’Aosta, Veneto (le ultime in ordine alfabetico) e Friuli Venezia Giulia (regione ospitante). Tutti accampati nel parcheggio dello stadio Teghil di Lignano, aspettando pazientemente di sfilare davanti al pubblico e accomodarsi sul prato.
Una lunga, lenta, molto lenta, processione di piccole paia di occhi vispi ansiosi di passare dall’altra parte, da dove si sentiva musica e rumore di festa, per godersi una sfavillante cerimonia, con tanto di autorità, danzatrici, braciere olimpico, inno di Mameli con relativo alzabandiera, mascotte simpatiche e chi più ne ha più ne metta.
Viverlo da protagonisti, almeno per una volta, è stata una vera emozione, per loro e per noi.
Altro tipo di emozione, nell’uscire tutti e 4600 per tornare al “Villaggio Olimpico”, in una processione se possibile ancor più lunga e ancor più lenta, stanchi, affamati, a gruppi di 50 per entrare nei pullman dell’organizzazione…
Ma quanti pullman ci vogliono per portare 4600 ragazzi e accompagnatori dallo stadio? Tanti.
Le stanze
L’organizzazione delle stanze era molto semplice: accompagnatori con accompagnatori, ragazzi con ragazzi, maschi con maschi, femmine con femmine.
Almeno sulla carta. In realtà erano i corridoi i veri protagonisti, era là che si incontravano ragazzi di diverse regioni e diverse discipline per far caciara insieme, e dove di lì a poco si incontravano accompagnatori di diverse regioni e diverse discipline per provare a calmare i riottosi.
Impegnati nelle rispettive attività, atleti e accompagnatori rimanevano ignari del vero pericolo:
le t-shirt di tutti quanti erano state prese d’assalto dai pelucchi blu navy inviati dalla felpa della tuta per prendere possesso del Bella Italia Village e poi, con un po’ di fortuna e favore di vento, conquistare il mondo!
Le gare – parte I
Il campo gara della staffetta del Trofeo CONI è lo stesso della staffetta del TdR del mese scorso.
Per la nostra compagine uno scontro sul filo dei secondi, gli MW12 vincono di 3 secondi sulla Lombardia, gli MW14 in piazza d’onore seguiti a soli 6 secondi dal Friuli Venezia Giulia. Una gara epica che ha visto gli atleti attraversare temerari un campo da disc golf… Che dite? Non sapete cos’è il disc golf? È una specie di pallacanestro con il frisbee al posto del pallone. E poi dicono di noi orientisti che facciamo uno sport strano. Comunque non temete, i ragazzi del disc golf erano stati avvisati di non lanciare il frisbee al passaggio dei nostri orientisti.
Invece non tutti gli orientisti erano stati avvisati del fatto che al cambio frazionista va tolto l’elastichino e la cartina va srotolata. Ed è così che qualcuno è miracolosamente arrivato al punto spettacolo, con la mappa arrotolata a mo’ di testimone. Chi mai avrà suggerito la strada al giovane neofita? Avrà seguito i cartelli “Io sono Friuli Venezia Giulia”? Sarà stato il fato? L’istinto? I pelucchi blu navy?
Il bel tempo ha poi consentito di passare il pomeriggio in spiaggia, un ultimo assaggio di estate prima di mettere via palette e secchielli per l’inverno.
Le gare – parte II
Il giorno dopo, invece, è prevista pioggia. Che ne dite di spostare la gara un’ora e mezza più avanti? Tutti d’accordo, compreso il meteo che ha spostato la pioggia un’ora e mezza più avanti.
Vicino al nostro ritrovo, altri ragazzi si stavano confrontando nell’Agility Dog, una disciplina in cui bisogna guidare il proprio cane attraverso un percorso fatto di ostacoli da saltare, serie di paletti da dribblare, tunnel da percorrere e cambi di direzione, nel minor tempo possibile.
La determinazione, l’empatia, a volte la frustrazione dimostrate da ragazzini di dieci anni, nel gestire la comunicazione con il proprio cane mi ha emozionato, non avevo mai pensato al valore educativo e alle potenzialità di questa attività.
Ma torniamo all’orienteering… Per fortuna la pioggia era leggera, e il percorso si sviluppava in pineta. Non è stato il meteo il protagonista.
Non lo è stata neppure un’accompagnatrice che, presa ispirazione dalle gare di Agility Dog, accompagnava di corsa i suoi atleti dalla 100 al Finish incitandoli come se ci fosse in ballo il primo posto contro la Lombardia.
Conclusioni
II veri protagonisti, come avrete capito, sono stati i ragazzi: loro hanno dato il massimo, tutti; qualcuno di loro ha deciso il nuovo vincitore del Trofeo CONI, qualcun altro si è messo in gioco in un’attività nuova con coraggio e intraprendenza.
Loro magari non lo conoscono, De Cubertain, quello che ha inventato le Olimpiadi moderne (e per la proprietà transitiva, il Trofeo CONI), ma tutto ciò che abbiamo visto è coerente con il suo “L’importante nella vita non è il trionfo ma la lotta. L’essenziale non è aver vinto, ma aver lottato bene.”
Bravi ragazzi, bravi tutti. Avete incarnato lo spirito dell’olimpismo.
Inchino dei ragazzi, giù il sipario, si riaccendono le luci in sala. Applausi scroscianti di accompagnatori, genitori, pubblico.
Come prevedibile, anche questo Trofeo CONI 2025 è volato via in un lampo. Una festa di giochi, spensieratezza, convivialità, sano agonismo, come ci aspettavamo.
Sono sicuro che qualcuno, per la malinconia di dover già tornare alla routine quotidiana, si è attardato camminando nei corridoi dei dormitori, ormai bui e silenziosi. E nella penombra si poteva udire un sommesso mormorio… Con un po’ più di attenzione si poteva capire che il mormorio arrivava dalla moltitudine di pelucchi blu navy ormai sparsi per il pavimento e accostando l’orecchio si distingueva chiaramente il loro richiamo: “Io sono Friuli Venezia Giulia!”
Classifiche delle gare:
–Leonardo Bortolato